Cerotto applicato su una mano

TRA i vari meccanismi che rendono possibile la vita c’è la capacità del corpo umano di rimarginare le ferite e rigenerare i tessuti danneggiati.

Il processo inizia nel momento in cui ci si procura una ferita.

Riflettete. Il processo di guarigione è reso possibile da una serie di complesse funzioni cellulari.

  • Le piastrine aderiscono ai tessuti attorno alla ferita, in questo modo si forma un coagulo di sangue e i vasi sanguigni danneggiati vengono sigillati.

  • La fase di infiammazione protegge dalle infezioni e rimuove i rifiuti formatisi a seguito della lesione.

  • Entro pochi giorni il corpo inizia a sostituire i tessuti danneggiati, ridimensionare la ferita e riparare i vasi sanguigni lesionati.

  • Infine, i tessuti cicatriziali rimodellano e rinforzano la zona danneggiata.

Ispirandosi alla coagulazione del sangue i ricercatori hanno sviluppato materiali plastici che “si curano” da soli.

Questi materiali autorigeneranti sono dotati di tubicini paralleli che, quando si verifica un danno, “sanguinano” rilasciando due sostanze chimiche.

Unendosi, queste sostanze formano un gel in grado di espandersi lungo la zona danneggiata e di chiudere crepe e fori.

Questo gel si indurisce fino al punto di ripristinare la resistenza meccanica del materiale plastico.

Un ricercatore ammette che questo processo sintetico di guarigione attualmente in fase di sviluppo richiama alla mente ciò che già esiste in natura.

Che ne dite? 

La capacità del corpo umano di ripararsi da solo è un prodotto dell’evoluzione? O è frutto di un progetto?

                     Paolo   Di Credico